Archivio mensile:agosto 2010
Largo
Ernst Bloch
TIRARE IN LUNGO
Aspettare rende altrettanto desolati, ma al tempo stesso ubriaca. Chi fissa a lungo la porta aspettando uno, una, può perdere la testa, come per un canto monotono, che va avanti, va avanti. Nel buio in cui si trascina, probabilmente non c’è niente di buono. Se l’uomo, la donna attesa, non arrivano, l’evidenza della delusione non abolisce la sbornia, si mescola soltanto con ciò che ne consegue, un malessere suo proprio, che si prova anche in questo caso. Contro l’aspettare è d’aiuto lo sperare. Ma non ci si deve solo nutrire di speranza, bisogna anche trovare in essa qualcosa da cucinare.
Da Spuren (Tracce), 1959, traduzione di Laura Boella
Ernst Bloch
DORMIRE
In noi stessi, siamo ancora vuoti. Ci addormentiamo facilmente, in mancanza di eccitazioni esterne. Cuscini morbidi, buio, silenzio favoriscono il sonno, il corpo si eclissa. Stare svegli di notte non è essere desti, ma viscoso, lento consumarsi del tempo sul posto. Si nota allora come sia sgradevole stare con nient’altro che sé stessi.
Da Spuren (Tracce), 1959, traduzione di Laura Boella
Ernst Bloch
TROPPO POCO
Si è soli con sé stessi. Anche quando sono insieme con gli altri, i più rimangono soli. Dall’una e dall’altra solitudine bisogna tirarsi fuori.
Da Spuren (Tracce), 1959, traduzione di Laura Boella.