“Ah, se la stessa donna ti piacesse sempre, come sarebbe utile per il cuore e per il fegato!”
Lord Byron
“Ah, se la stessa donna ti piacesse sempre, come sarebbe utile per il cuore e per il fegato!”
Lord Byron
Da un’intervista di Peter Fonda a Repubblica:
“Gli anni cinquanta… quando in America e in tutto il mondo i bambini credevano che i genitori dicessero sempre la verità. Che i modelli da seguire fossero Doris Day, Rock Hudson e Tab Hunter. Belli, eleganti, perbene. Poi sono arrivati Marlon Brando e James Dean e abbiamo capito che la realtà era un’altra.”
“Il cinema è uno stupendo veicolo di poesia. Con il film si uccide la morte, si uccide la letteratura, si fa vivere la poesia d’una vita diretta. Il film consente di vivere un’opera anziché raccontarla, e anche di far vedere l’invisibile.”
Jean Cocteau
“Le azioni più improbabili possono riuscire, purché vengano intraprese con audacia e senza esitazioni”.
John Steinbeck, Le gesta di Re Artù.
Beniamino Placido su Repubblica:
“Che cosa ci importa delle idee di uno scrittore: si chiami Walter Scott, o Thomas Mann o Joyce? Da quando in qua gli scrittori hanno creato i loro romanzi servendosi delle loro idee? Gli scrittori sono guidati soltanto dalle loro ossessioni.”
“Tre cose fanno la vita degna d’essere vissuta: scrivere un libro, cenare in sei, viaggiare in Italia con qualcuno che si ama.”
(Cyril Connolly, citato da Harold Acton sul “Venerdì” di oggi).
Ogni giorno al calar del sole, davanti all’imperatore, tramite fra gli dei e gli uomini e perno dell’armonia universale, le danzatrici del balletto di corte eseguivano l’antica danza rituale. Ripetendosi sempre uguali a se stessi, la musica e i gesti influivano sul tempo e ne assicuravano l’eterna continuazione.
Un giorno la più giovane delle danzatrici fu distratta dai lucenti occhi bruni del giovane principe ereditario, e ritardò impercettibilmente un passo. Se ne accorse solo la sua anziana maestra, che trattenne il fiato, terrorizzata. Ma nulla accadde. Il sole continuò lentamente a tramontare e la danza arrivò alla fine nel momento dovuto, mentre l’ultimo raggio abbandonava l’orizzonte.
Passarono gli anni. La giovane danzatrice era ormai diventata prima ballerina. I raffinati intenditori di corte dicevano che nessuna era mai stata più bella e più brava di lei. Una sera, mentre avvolta nel suo pesante vestito d’oro si accingeva ad eseguire il Saluto del serpente, il più difficile dei 999 passi che componevano il balletto, la danzatrice pensò che sarebbe stato tutto più bello ed elegante se il dito mignolo della mano sinistra, invece di restare allineato con le altre dita, si fosse lievemente inarcato verso l’alto. Eseguì quindi il Saluto col mignolo sollevato. La vecchia maestra fu l’unica a notare la variazione all’antico ordine, e un brivido freddo le corse lungo la rigida spina dorsale perché capì che questa volta la ballerina non sarebbe stata perdonata. Quando la terra prese a tremare, chiuse gli occhi e aspettò la fine.
(2000)