Andar per concorsi (e vivere – più o meno – felici).

giramenti

Cominciamo col concorso gggiovane e scattante indetto da una casa editrice che «per ogni opera letta e valutata, idonea alla pubblicazione, realizzerà un preventivo personalizzato secondo le necessità di correzione evidenziatesi sul testo».
Dieci euro «per ogni elaborato presentato» ma «Nell’ipotesi che tra le opere pervenute non si evidenzi un numero di componimenti di livello appropriato, il premio si riterrà non andato a buon fine e pertanto l’associazione xxx e la casa editrice xxx saranno da ritenersi svincolate a tutti gli effetti da qualsiasi obbligo di pubblicazione nei confronti dei partecipanti». E svincolate anche dai dieci euro a elaborato, così la gente impara a mandare solo roba decente.

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Tour de force

vibrisse, bollettino

Amor, tu vedi ben che questa donna
la tua vertù non cura in alcun tempo
che suol de l’altre belle farsi donna;
e poi s’accorse ch’ell’era mia donna
per lo tuo raggio ch’al volto mi luce,
d’ogne crudelità si fece donna;
sì che non par ch’ell’abbia cor di donna
ma di qual fiera l’ha d’amor più freddo;
ché per lo tempo caldo e per lo freddo
mi fa sembiante pur come una donna
che fosse fatta d’una bella petra
per man di quei che me’ intagliasse in petra.

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“Parolacce” di Vito Tartamella.

giramenti

Perché le diciamo, che cosa significano, quali effetti hanno. Che suona un po’ come “chi siamo, dove andiamo, troveremo parcheggio?”. Insomma, i piccoli drammi di una vita.
Parolacce è un saggio à la Focus – bella forza, Tartamella è caporedattore del mensile! – che racconta vita – quando nascono e perché –, morte – come cambiano nel tempo – e miracoli – bestemmie e imprecazioni mistiche – delle parole tabù .

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Sostanze marroncine made in Eataly

il Simplicissimus

cioccolato Siamo scesi al bar per prendere brioche e cappuccino e dobbiamo pagare un obolo, assecondare il barista quando ci dice che la soluzione dei problemi italiani è fare del sud Italia una grande Sharm el Sheik. Magari non proprio in maniera così volgare e cretina, ma insomma la sostanza è quella che abbiamo sentito tante volte, dal barbiere, al tavolino del caffè, in fila alla posta, sul bus. Eppure è la stessa cosa che ha detto il riverito patron di Eataly, che avendo avuto successo con la sua idea da acchiappacitrulli, nel tempo della citrullaggine generalizzata, è adesso autorizzato ad essere l’ennesimo vate di questo Paese tormentato, dicendo robaccia che non vale un soldo bucato, considerando le persone, le culture la vista alla stessa stregua delle mozzarelle e dei salami.

Ma è solo un esempio: una folla di altri sciamani che hanno tempio e obolo nei media costruiscono per gli ignari…

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