I Dispacci | Rapporti da luoghi lontani
Introduzione
Ho scritto quel diario a vent’anni: ero reduce da un anno di borsa di studio a Mosca, dove avevo imparato il russo, e mi ero trasferito in Germania Est per imparare il tedesco (i paesi dell’Est erano prodighi di borse per stranieri, misere ma sufficienti a vivere dati i bassi prezzi al consumo). I ventenni di oggi faranno fatica a seguire la mia logica di allora: quelli di noi che si dedicavano all’impegno politico (e io non ero nemmeno uno dei più impegnati), lo vivevano come militanza totalizzante, manichea. Io ero comunista, dell’ala più ortodossa, e pensavo sinceramente che il comunismo sovietico, seppur non esente da storture, fosse il futuro dell’umanità: sembrerà strano a molti, dato che oggi quell’esperienza è presentata come una delle forme di male assoluto…
Assistere al crollo del muro fu per me un’esperienza lacerante: non perchè mi piacesse il muro in sé, ma perché il…
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