Nei suoi Souvenirs, che come tutte le autobiografie è una fonte da prendere con molto spirito critico, Jules Massenet racconta di averla incontrata, timida, vestita a lutto e con la mamma a farle da chaperon, a un dopocena nella residenza parigina di una facoltosa famiglia americana di cui non rivela il nome. Era il 1887 e questa ragazza extraordinairement jolie aveva raggiunto gli invitati con il preciso scopo di farsi ascoltare dal celebre compositore. Con lui fece la ritrosetta: mi scuserete – disse – se non canto musica vostra. Ci vuole del coraggio per farlo davanti a voi, e questo coraggio io non ce l’ho. E, alla faccia della fifa, attaccò nientemeno che un’aria della Regina della notte. Per lui fu amore a prima vista, totale e incondizionato: émerveillé, stupéfait, subjugué, Massenet riuscì in qualche modo ad aspettare mattina prima di correre dal suo editore a…
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