
Giulianova. Il belvedere.

Max Schönherr (1903 – 1984)
Compositore, musicologo e direttore d’orchestra, Max Schönherr è conosciuto principalmente per le Danze contadine austriache Op. 14; è ricordato soprattutto come autore e arrangiatore di musiche da ballo.
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«Quando uno non ha niente da dire, diventa critico letterario – e quando ha ancora meno da dire, diventa critico dei critici.»
Emil Cioran
Storia di una passione è il titolo del ricco epistolario, pubblicato da Bompiani e tradotto da Francesco Saba Sardi, che raccoglie le lettere che Anaïs Nin ed Henry Miller si sono scambiati tra il 1932 e il 1953, ossia da quando si conobbero e non seppero resistere all’attrazione che li travolse (sebbene la Nin fosse sposata) a quando tra loro rimasero quella profonda stima reciproca e quell’affetto che non sarebbero mai venuti meno. Il ritratto che emerge è quello di due scrittori viscerali, dall’animo inquieto, intenti a sostenersi vicendevolmente anche sul piano economico, impegnati a farsi apprezzare dal mondo editoriale senza mai scendere a compromessi, contrari a ogni censura o inibizione. Qui di seguito riporto alcune delle loro considerazioni relative all’ambito letterario.
Buon Dio, mi pare davvero di impazzire se penso di dover trascorrere anche un solo giorno senza mettere nulla sulla carta. Non riuscirei mai a sopportarlo. Ed è…
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Aleksandr Skrjabin – Concerto per pianoforte e orchestra in fa diesis minore Op. 20
Il Concerto per pianoforte e orchestra in fa diesis minore Op. 20 di Aleksandr Skrjabin è la sua prima composizione per orchestra pubblicata e il suo primo e unico concerto per pianoforte e orchestra; è un’opera completata a maggio del 1897, all’età di 24 anni quando già aveva composto moltissimi pezzi per pianoforte solo ed era avviato verso una brillante carriera concertistica.
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Sono state annunciate oggi, mercoledì 27 maggio, online dal MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, da Laura Delli Colli, presidente Sngci, le candidature relative alla 74ma edizione dei Nastri d’Argento, in base alla selezione attuata dagli iscritti al Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, che assegna i Nastri dal 1946.
La serata di premiazione si svolgerà sempre a Roma, verso la fine del mese di giugno: in testa troviamo Favolacce di Fabio e Damiamo D’Innocenzo e Pinocchio di Matteo Garrone, 9 nomination ciascuno. Oggetto di selezione sono stati tutti i titoli usciti, quest’anno per la prima volta anche sulle piattaforme, dal 1° giugno 2019 al 31 maggio 2020.Di seguito, tutte le candidature.
Miglior Film: Gli anni piú belli (Gabriele Muccino). Hammamet (Gianni Amelio). La dea fortuna (Ferzan Ozpetek). Favolacce (Damiano e Fabio D’Innocenzo). Pinocchio (Matteo Garrone). Migliore Regia: Gianni Amelio…
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“C’era un sapore agre sulle tue labbra. Era il sapore del sangue?… Ma forse era il sapore dell’amore. Si dice che l’amore abbia un sapore agre.”
Queste le ultime parole che Salomè pronuncia prima che il sipario cali sul finale: scritta in lingua francese nel 1891 durante un soggiorno a Parigi, Salomè di Oscar Wilde è insieme una storia di trasformazione e di de-formazione, intrisa di toni cupi e aspetti macabri. L’opera, prima di poter salire sui palcoscenici europei, fu per anni vittima di censura. Wilde aveva sì scelto per soggetto il racconto biblico, ma nel svilupparlo ne aveva esaltato gli aspetti più crudi e perversi, rimodellando la storia del martirio di Giovanni (qui Iokanaan) sul personaggio della ragazza piuttosto che su quello della madre Erodiade.
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Corso Italia 7
Rivista Internazionale di Letteratura – International Journal of Literature
Roberto Michilli, Atlante con figure, Giulianova (TE), Galaad Edizioni, 2016
[di Daniela Marcheschi]
21 maggio 2020
Scrivere, non senza un pizzico di ironia, per ricordare gli amici di una vita, la vita fra passato e presente: perché solo queste due dimensioni temporali possono aprire una via al futuro. E scrivere una narrazione che è, contemporaneamente, libro di memorie, diario, cronaca, racconto breve: il volume è infatti scandito in capitoli di poche righe o poche pagine. Questo «atlante con figure» è una mappa del cuore, e la finestra spalancata sul mondo dell’immaginazione, della letteratura: la sola capace di recuperare e trasfigurare i materiali dell’esistenza. Del resto le Muse sono figlie di Zeus, re potente e metamorfico, e Mnemosyne, dea della memoria; e sono guidate da Apollo, che porta la luce.
Ci ha lasciati lo scorso 12 maggio, ma la famiglia ne ha dato notizia solo oggi, lunedì 18 maggio, l’attore francese, cinematografico e teatrale, Michel Piccoli (Jacques Daniel Michel all’anagrafe, Parigi, 1925), il cui esordio sul grande schermo risale al 1945, con Sortilèges (Christian-Jaque), dando così vita ad una lunga carriera all’insegna di una certa versatilità, prediligendo una concreta diversificazione.
Le modalità recitative volte alla sobrietà, assecondando comunque l’indubbio fascino ed una certa eleganza nel porsi in scena, elementi entrambi idonei a costituire opportuno paravento a sottese eccentrità caratteriali, ne fecero l’interprete ideale di autori propensi a porre in risalto attraverso toni grotteschi e surreali il marcio esistenziale dell’agiata classe borghese, quali Luis Buñuel (da ricordare almeno La mort en ce jardin, 1956, La selva dei dannati; Le journal d’une femme de chambre, Diario di una cameriera, 1963; Belle de jour, Bella di…
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