«il Centro», sabato 31 dicembre 2022
14 dicembre 1825, Michilli tra i moti liberali in Russia
Fascinose avventuriere, spie, guasconi, cospiratori, poeti che finiranno impiccati per amore di libertà: è un avvincente romanzo storico d’avventura il nuovo libro di Roberto Michilli “14 dicembre 1825. La rivoluzione immobile. Il racconto della rivolta decabrista”, Di Felice Edizioni. Hanno la sapienza del libro di storia e il potere seduttivo del romanzo le pagine dell’autore abruzzese (di Campli), che, profondo conoscitore della storia e della letteratura russa, racconta la parabola del movimento decabrista (da dekabr’, dicembre in russo) nella Russia zarista. Il 14 dicembre 1825 a San Pietroburgo esplose il moto di rivolta delle società segrete, composte da aristocratici, borghesi, ufficiali dell’esercito imperiale. L’insurrezione fallì, sedata dal nuovo zar Nicola I, che fece impiccare i capi e deportare circa 600 persone in Siberia. Tra combattimenti e duelli, fortezze e prigioni, cospirazioni e balli a corte, Michilli racconta la nascita delle idee liberali in Russia, la genesi delle società segrete come reazione all’immobilismo dello zar Alessandro I, la rivolta del 14 dicembre e quella in Ucraina, il processo e le condanne dei decabristi, la loro vita in Siberia con le coraggiose mogli, l’influsso della loro presenza sullo sviluppo della regione. Romanziere, poeta, saggista, autore di una pregevole trilogia sul poeta Lermontov (che ha tradotto dal russo) Michilli dipinge un affresco storico della Russia e indaga i rapporti tra decabristi e letterati, in particolare il poeta Puškin. Nel libro la prima traduzione italiana delle memorie della principessa Volkonskaja.
Sono grato ad Anna Fusaro e Lalla D’Ignazio.