La vera tenerezza non confonderai…

Anna Achmatova (1889-1966). Traduzione di Roberto Michilli.

 

La vera tenerezza non confonderai
con niente, ed è tranquilla.
Invano tu mi avvolgi con premura
il seno e le spalle nelle pellicce.

E invano dici docili parole
sul primo amore.
Come conosco questi insistenti,
avidi sguardi tuoi!

(1913)

 

Настоящую нежность не спутаешь
Ни с чем, и она тиха.
Ты напрасно бережно кутаешь
Мне плечи и грудь в меха.

И напрасно слова покорные
Говоришь о первой любви,
Как я знаю эти упорные
Несытые взгляды твои!

(1913)

Strinsi le mani sotto il velo scuro…

Anna Achmatova (1889-1966). Traduzione di Roberto Michilli.

 

Strinsi le mani sotto il velo scuro…
«Perché sei pallida oggi?»
— Perché un’aspra tristezza
gli ho fatto bere ubriacandolo a morte.

Come dimenticherò? Uscì, barcollando,
penosamente piegata la bocca…
Corsi giù, non toccando le ringhiere,
corsi dietro di lui fino al portone.

Affannata, gridai: «È stato tutto
uno scherzo. Morirò, se andrai via».
Sorrise tranquillo e terribile
e mi disse: «Non prendere freddo».

(1911)

 

Сжала руки под тёмной вуалью…
“Отчего ты сегодня бледна?”
– Оттого, что я терпкой печалью
Напоила его допьяна.

Как забуду? Он вышел, шатаясь,
Искривился мучительно рот…
Я сбежала, перил не касаясь,
Я бежала за ним до ворот.

Задыхаясь, я крикнула: “Шутка
Всё, что было. Уйдешь, я умру.”
Улыбнулся спокойно и жутко
И сказал мне: “Не стой на ветру”.

(1911)

 

Di sera

Anna Achmatova (1889-1966). Traduzione di Roberto Michilli.

Di sera

Risuonava la musica in giardino
con un inesprimibile dolore.
Mandavano un fresco e pungente odore
di mare le ostriche in ghiaccio nel piatto.

Mi ha detto: «Sono un amico fedele!»
E ha toccato il mio vestito.
Come poco assomigliano ad abbracci
i contatti di queste mani.

Così si accarezzano gatte o uccelli,
così si guardano slanciate amazzoni…
Soltanto un riso negli occhi tranquilli
sotto l’oro leggero delle ciglia.

Ma le voci di dolenti violini
cantano dietro fumi serpeggianti:
«Benedici dunque i cieli, per la
prima volta sei sola con l’amato».

(1913)

 

Вечером

Звенела музыка в саду
Таким невыразимым горем.
Свежо и остро пахли морем
На блюде устрицы во льду.

Он мне сказал: «Я верный друг!»
И моего коснулся платья.
Как не похожи на объятья
Прикосновенья этих рук.

Так гладят кошек или птиц,
Так на наездниц смотрят стройных…
Лишь смех в глазах его спокойных
Под легким золотом ресниц.

А скорбных скрипок голоса
Поют за стелющимся дымом:
«Благослови же небеса —
Ты в первый раз одна с любимым».

(1913)

 

La passeggiata

Anna Achmatova (1889-1966). Traduzione di Roberto Michilli.

La passeggiata

La piuma sfiorò il tetto della carrozza.
Io lo guardai negli occhi.
Languiva il cuore, non sapendo neppure
la causa della propria pena.

Sera tranquilla e incatenata di tristezza
sotto l’arco di cieli nuvolosi,
e sembrava disegnato alla china
sopra un vecchio album il Bois de Boulogne.

Odore di benzina e di lillà,
un’allarmante quiete…
Di nuovo egli toccò le mie ginocchia
con la mano che quasi non tremava.

(1913)

 

Прогулка

Перо задело о верх экипажа.
Я поглядела в глаза его.
Томилось сердце, не зная даже
Причины горя своего.

Безветрен вечер и грустью скован
Под сводом облачных небес,
И словно тушью нарисован
В альбоме старом Булонский лес.

Бензина запах и сирени,
Насторожившийся покой…
Он снова тронул мои колени
Почти не дрогнувшей рукой.

(1913)

 

Il canto dell’ultimo incontro

Anna Achmatova (1889-1966). Traduzione di Roberto Michilli.

 

Così indifeso il petto gelava,
però i miei passi erano leggeri.
Sulla mano destra infilai
il guanto della sinistra.

Sembravano molti i gradini,
ma io sapevo, erano solo tre!
Tra gli aceri un sussurro d’autunno
pregava: «Muori con me!

Sono ingannato dal mio triste
volubile, maligno destino».
Gli risposi: «Caro, caro!
Anch’io. Morirò con te…»

Questo è il canto dell’ultimo incontro.
Gettai uno sguardo alla casa buia.
Soltanto nella camera le candele ardevano
con una gialla indifferente fiamma.

(1911)

 

Песня последней встречи

Так беспомощно грудь холодела,
Но шаги мои были легки.
Я на правую руку надела
Перчатку с левой руки.

Показалось, что много ступеней,
А я знала – их только три!
Между кленов шепот осенний
Попросил: «Со мною умри!

Я обманут моей унылой,
Переменчивой, злой судьбой».
Я ответила: «Милый, милый!
И я тоже. Умру с тобой…»

Это песня последней встречи.
Я взглянула на темный дом.
Только в спальне горели свечи
Равнодушно-желтым огнем.

(1911)

[Di colpo si fa silenzio nella casa…]

Anna Achmatova (1889-1966). Traduzione di Roberto Michilli.

 

Di colpo si fa silenzio nella casa,
resta senza petali l’ultimo papavero,
mi sono fermata in un lungo sopore
e incontro una precoce oscurità.

Il portone è ben chiuso,
la sera è nera, il vento calmo.
Dov’è l’allegria, dov’è l’ inquietudine,
dove sei tu, amorevole sposo?

Non si trova l’anello misterioso,
ho aspettato molti giorni,
tenera prigioniera una canzone
è morta nel mio petto.

1917

 

Сразу стало тихо в доме,
Облетел последний мак,
Замерла я в долгой дреме
И встречаю ранний мрак.

Плотно заперты ворота,
Вечер черен, ветер тих.
Где веселье, где забота,
Где ты, ласковый жених?

Не нашелся тайный перстень,
Прождала я много дней,
Нежной пленницею песня
Умерла в груди моей.

1917

 

Anna Achmatova – Il canto dell’ultimo incontro

Anna Achmatova (1889-1966); traduzione di Michele Colucci.

Così smarrito gelava il petto,
ma andavo con passi leggeri.
Infilai nella mano destra
il guanto della sinistra.

Parevano tanti i gradini,
pure sapevo: erano solo tre!
Un fiato d’autunno fra gli aceri
invocava: «Muori con me!

Sono ingannato da un destino
triste, infido, crudele».
Gli risposi: «Caro, caro,
anch’io. Morirò con te…»

Questo è il canto dell’ultimo incontro.
Gettai uno sguardo alla casa buia.
Solo in stanza da letto le candele
ardevano di un lume indifferente e giallo.

L’amore

Anna Achmatova (1889-1966); traduzione di Bruno Carnevali

Ora come un serpente acciambellato
Ammalia proprio vicino al cuore,
Ora per giorni interi come un colombo
Tuba sulla bianca finestra,

Ora lampeggia sulla brina smagliante,
Appare nel sopore della violaciocca…
Ma sicuro e segreto allontana
Dalla gioia e dalla pace.

Sa singhiozzare sì dolcemente
Nella preghiera dello struggente violino,
Ed è terribile indovinarlo
In un ancora sconosciuto sorriso.

(1911)