Nel 1925, Richard Strauss scrisse una pagina di annotazioni in forma di decalogo intitolata «Zehn goldene Regeln. Einem jungen Kapellmeister ins Stammbuch geschrieben» (…Dieci regole auree. Per un giovane direttore d’orchestra: scritto nell’album degli ospiti»). Eccone il testo:
- Tieni conto che tu fai musica non già per il tuo piacere, ma per la gioia dei tuoi ascoltatori.
- Quando dirigi, non devi sudare: è il pubblico che deve riscaldarsi, e soltanto il pubblico.
- Dirigi Salomè ed Elektra come se fossero state scritte da Mendelssohn: musica di elfi.
- Non lanciare mai sguardi incoraggianti agli ottoni, all’infuori di una breve occhiata, tanto per dare una certa importanza ai loro attacchi e alle loro entrate.
- Al contrario, tieni sempre d’occhio i corni e i legni, e non volgere mai lo sguardo da loro: in generale, ascoltandoli, troverai sempre che suonano troppo forte.
- Se ritieni che gli ottoni non suonino abbastanza forte, smorza ulteriormente il loro suono di almeno due gradi d’intensità.
- Non basta che sia tu a distinguere col tuo orecchio ogni parola del cantante, tu che conosci quelle parole a memoria: è il pubblico che deve seguirle senza fatica. Il pubblico, se non capisce il testo, dorme.
- Accompagna sempre il cantante in modo che egli possa cantare senza sforzo.
- Se credi di avere raggiunto la massima velocità possibile in un prestissimo, raddoppia la velocità.
- Se sarai così gentile da tener conto di tutti questi miei consigli, grazie alle tue belle doti e alle tue grandi capacità sarai sempre la delizia dei tuoi ascoltatori, e nessuna nube turberà mai il vostro idillio.[Traduzione di Quirino Principe]