Saffo (seconda metà del VII secolo a. C.)
Traduzione di Filippo Maria Pontani:
L’amore
Pari agli dei mi sembra
quell’uomo: innanzi a te
siede e tanto vicino sente la tua voce
dolce,
il desiato riso. Oh, a me
il cuore sbatte forte e si spaura.
Ti scorgo, un attimo, e non ho
più voce;
la lingua è rotta; un brivido
di fuoco è nelle carni,
sottile; agli occhi il buio; rombano
gli orecchi.
Cola sudore, un tremito
mi preda. Più verde di un’erba
sono, e la morte così poco lungi
mi sembra…
Traduzione di Salvatore Quasimodo:
A me pare uguale agli dei
A me pare uguale agli dèi
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.
Traduzione di Roberto Michilli:
Deve sentirsi simile agli dei
l’uomo che a te così vicino siede
e le tue parole gentili ascolta
e il dolce riso.
A me subito il cuore batte forte
se ti vedo, anche per un solo istante;
mi manca il fiato e le parole muoiono,
la lingua è inerte.
Lingue di fuoco corrono la pelle,
gli occhi non vedono più nulla e sento
nelle orecchie il rumore del mio sangue
che corre forte.
Un freddo sudore m’avvolge; un tremito
mi prende tutta; scoloro come erba
in autunno e sento che la mia morte
non è lontana.