Thomas Mann, Tonio Kröger, traduzione di Salvatore Tito Villari.
Non lavorava come chi lo faccia per vivere, bensì alla maniera di uno il quale non abbia altro scopo che lavorare, giudicandosi zero da uomo vivente e desiderando essere considerato solo come artefice, e per il resto se ne vada in giro modesto e insignificante come un attore struccato il quale non è nulla finché non ha nulla da interpretare. Lavorava silenzioso, appartato, invisibile e pieno di disprezzo per quei pigmei i quali consideravano il genio un ornamento mondano e, poveri o ricchi che fossero, andavan vestiti trascurati e cenciosi o sfoggiando cravatte personali, badando in prima linea a vivere una vita felice, attraente e artistica, e ignorando che le opere buone nascono solo dallo stimolo di una vita cattiva, che chi vive non lavora e che si ha da essere già morti per essere artefici perfetti.