Michail Jur’evič Lermontov (1814-1841); traduzione di Tommaso Landolfi.
Sulla strada esco solo; tra la nebbia
Il sassoso cammino luce; è notte
Calma. Il deserto porge orecchio a Dio,
E le stelle parlano tra loro.
Mirabile e solenne il cielo!
Dorme la terra in un azzurro nimbo…
Cosa dunque m’opprime, e mi fa male?
Che cosa aspetto, che cosa rimpiango?
Nulla più aspetto dalla vita,
E non rimpiango per nulla il passato;
Libertà cerco e pace! Ecco, vorrei
Abbandonarmi, addormentarmi!
Ma non del freddo sonno della tomba…
Addormentarmi sì, che fosse in petto
Sopita la vitale forza, ed esso
Si sollevasse piano nel respiro;
Che notte e dì, blandendomi l’udito,
D’amore mi cantasse dolce voce,
Che sopra me, in eterno verdeggiando,
S’incurvasse e frusciasse bruna quercia.
(1841)